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Popolazione & urbanizzazione: i videogiochi possono
insegnarci a rispettare la Terra?
Cutting edge gaming / #gaming #city builder #sustainability #sostenibilità

Oggi, 11 luglio, si celebra la Giornata Mondiale della Popolazione; una ricorrenza istituita quando ancora, pensate un po’, eravamo “pochini”.

Nel 1989 il Consiglio direttivo del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite decise che l’11 luglio avrebbe preso il posto della “Giornata dei cinque miliardi” (festeggiata nel 1987), ovvero il momento in cui la popolazione mondiale raggiunse, appunto, i cinque miliardi di persone. Una manciata, se consideriamo che oggi, bimbo più anziano in meno, siamo sugli otto miliardi con le Nazioni Unite che prevedono un “picco” di 10 miliardi nel 2080.

Ora. Di giornate mondiali, internazionali e nazionali ne abbiamo a bizzeffe. Per quale motivo istituire una Giornata Mondiale che “celebrasse” la popolazione umana sparsa per i quattro angoli del Globo? Questa ricorrenza, in realtà, mira ad aumentare la consapevolezza delle persone sulle problematiche che affliggono la popolazione e il pianeta, dalla disuguaglianza di genere alla piaga della povertà e della fame, dalla salute materna ai basilari diritti umani oltre ovviamente alla cura dell’ambiente.

Tra le tendenze demografiche, correlata alla crescita della popolazione, compare anche l’urbanizzazione; veicolo per uno sviluppo sempre più sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Esiste un particolare genere videoludico che da molto tempo tira fuori l’urbanista che si cela in ognuno di noi e che potrebbe renderci sempre più consapevoli sulla corretta crescita e sviluppo delle nostre città. Stiamo ovviamente parlando del genere gestionale e della sua peculiare derivazione denominata city builder.

Una città a misura d’uomo 

Nel corso della nostra lunga e proficua carriera di videogiocatori abbiamo costruito talmente tante metropoli che abbiamo davvero perso il conto. Abbiamo eretto piramidi in Pharaon (giocatevi la remastered uscita quest’anno, il miglior city builder a sfondo storico mai creato e tutt’ora ineguagliato), anfiteatri e avamposti per l’Impero in Caesar e CivCity Rome; abbiamo esplorato le più disparate età dell’uomo con la serie Anno; ci siamo avventurati persino in realtà distopiche, cyberpunk e fantascientifiche con Frostpunk, Surviving the Aftermath, Aven Colony, Surviving Mars. Non solo, abbiamo assunto il (dispotico) controllo di una Repubblica delle Banane con la serie Tropico e ovviamente abbiamo vestito i panni di un super sindaco con super problemi in Sim City, Cities (XL e Skyline). Insomma, se state pensando di lanciarvi nella gestione di una città virtuale, di titoli ce ne sono a migliaia.  

Eppure è da poco che abbiamo potuto osservare la nascita dei cosiddetti city builder “green”, ovvero giochi che fanno della consapevolezza il punto focale dell’esperienza ludica. Terra Nil, Imagine Earth e Among Ripples: Shallow Waters, ad esempio.

Cause e conseguenze

Terra Nil è probabilmente il titolo più conosciuto in quanto pubblicato da Devolver. Il gioco capovolge la prospettiva: non si tratta di costruire una città in un terreno florido e ricco di opportunità, bensì di trasformare una terra morta, arida e priva di futuro in qualcosa di selvaggio e rigoglioso. Nel corso della sessione di gioco si devono creare le giuste condizioni climatiche per la mappa come l'umidità e la temperatura, mantenendole ovviamente costanti. Non solo; il titolo mette il giocatore davanti ai problemi reali del pianeta (incendi, inondazioni improvvise e squilibri degli ecosistemi) e lo sfida a trovare una soluzione per poter permettere al bioma di crescere e sopravvivere.

In Imagine Earth, invece, il giocatore deve assumere il controllo di una colonia in un pianeta distante ma il focus non è sui coloni e sulla loro immediata “felicità” quanto sulle esigenze primarie del pianeta. Ad esempio la temperatura globale è una preoccupazione costante, così come i gas serra e l’inquinamento del terreno; i combustibili fossili possono essere un modo economico e veloce per ottenere l'energia necessaria a sopravvivere, il che li rende allettanti all'inizio ma sarà velocemente necessario cambiare registro per non vedere la colonia autodistruggersi.

In Among Ripples: Shallow Water, infine, il giocatore si trova a gestire un ecosistema all'apparenza minuscolo, ma con altrettante sfide. Il compito è quello di mantenere inalterato e in equilibrio il delicato microcosmo racchiuso in un lago d'acqua dolce e, soprattutto, di assumersi tutte le responsabilità che derivano dal tentativo di far coesistere flora e fauna. Pensate che gli sviluppatori l’hanno ideato in collaborazione con dipartimenti di ricerca universitari appositamente interpellati sul tema. Nel corso della partita è necessario introdurre animali e piante negli stagni e nei laghi, affrontando le conseguenze di creature in conflitto tra loro e assicurandosi che l'acqua non si inquini e così via.

Forse i city builder non risolveranno le problematiche che affliggono il nostro bel Pianeta ma, almeno, possono contribuire a generare consapevolezza e conoscenza, tanto dei problemi quanto delle possibili soluzioni individuali che ognuno di noi può, nel suo piccolo, adottare.

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