ProGaming Italia Srl
Via Bruno Buozzi, 1
39100 Bolzano (BZ) / Italy
+39 0471 1726410
Orari

Lu-Ve: 09.00 - 18.00
Sa-Do: chiuso

Il caso Silicon Valley Bank
e il suo impatto sull’esport
Behind Esport / #competitive #bank crack #silicon valley bank #esport

Impossibile, in questi giorni, non aver letto o visto qualcosa in merito al crack finanziario più importante degli ultimi anni, il quale si va ad aggiungere ai tristemente noti casi Enron e Lehman Brothers che inaugurarono l'era dei fallimenti della speculazione digitale. Stiamo parlando della deflagrazione della cosiddetta “banca delle Start Up” come in molti l’hanno definita impropriamente: la Silicon Valley Bank (la quale peraltro aveva abbondantemente esplorato il tema esport). 

Tutt’altro che un istituto di secondo piano dedicato alle piccole imprese, quindi. La Silicon Valley Bank (che abbreviamo per semplicità in SVB) ha rappresentato da sempre uno dei principali ancoraggi finanziari per una delle zone a più alto tasso tecnologico del pianeta, in cui hanno sede una incalcolabile quantità di colossi (le cosiddette Big Tech) e certo, anche una costellazione di piccole imprese perennemente indebitate che cercano, attraverso sovvenzioni e prestiti, di rimanere a galla sperando di sfondare con il loro visionario progetto. 

Ebbene, non c’è da stupirsi che tra queste imprese, piccole o grandi che siano, compaiano anche software house, publisher e altri attori dell’industria dell’entertainment digitale. A quanto pare, al momento, i danni al settore gaming paiono ridotti o quantomeno contenuti. Laddove il termine “contenuto” deve essere comunque tarato sull’ordine (abbastanza importante, in effetti) di qualche milione di Dollari.

Cos’ha causato il crollo? C’entra l’industry?

Le domande sono, ovviamente, propedeutiche a ciò di cui stiamo discutendo. Cos’ha causato il cedimento? La perdita di fiducia, soprattutto. I prodromi del tracollo si sono manifestati quando l’istituto ha annunciato di voler aumentare nuovamente il capitale offrendo 1,25 miliardi di dollari di azioni ordinarie e 500 milioni di dollari di azioni in deposito. Alcuni importanti fondi di investimento, fiutando l’aria pesante, hanno invitato i propri investitori a ritirare tutto ciò che avevano depositato, causando così lunghissime file agli sportelli.

Dato che, per la loro stessa esistenza, le banche operano senza mai possedere denaro ma si limitano semplicemente a speculare attraverso la continua circolazione di quello degli stessi clienti, l’improvviso prelievo di massa ha causato un’emorragia di sostanze che hanno portato a un drastico calo del valore delle azioni rispetto al prezzo di negoziazione con cui si era aperta la sessione di Borsa di lunedì 6 marzo.

Insomma, dai 284 Dollari il valore di ogni azione è precipitato ad appena 34 Dollari. Sul finire della settimana, la Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) è stata costretta a prendere il controllo della banca in ambasce, congelando i prelievi, chiudendo temporaneamente le filiali e lasciando le società con i conti in quella banca in difficoltà finanziarie, sino a provocare tutto ciò che tuttora stiamo vedendo in ogni telegiornale.

Gaming ed esport: quali conseguenze?

Da quanto emerso nelle scorse ore, tra i Fondi responsabili della caduta della SVB ne compaiono diversi associati proprio al gaming e all’esport: come la Founders Fund di Peter Thiel (tra i finanziatori dei Cloud9) o la Coatue Management, che qualche anno fa ha investito 300 milioni di Dollari in Niantic (responsabili di Pokémon GO), e che nel 2018 ha partecipato al finanziamento di 15 milioni di dollari per la società PlayVS, piattaforma dedicata al coaching e ai tornei esport a livello scolastico.

Ad ogni modo, sembra che al momento la maggior parte delle organizzazioni esport siano relativamente al sicuro. O, al massimo, possano subire perdite minime, visto i loro rapporti “leggeri” con l’istituto bancario. FaZe Clan, Sentinels, Immortals (proprietari dei Los Angeles Valiant della Overwatch League) e Team SoloMid hanno confermato di non avere attualmente alcun rapporto con SVB.

L'AD di Gen.G Esports, Arnold Hur, ha dichiarato che, sebbene la società abbia ricevuto un investimento da 46 milioni di Dollari nel 2019 e abbia collaborato con la banca per la Gen.G Foundation, tutto è terminato da tempo e i fondi dell’org asiatica sono al sicuro in altre banche.

Dei Cloud9, 100 Thieves ed NRG Esports - ovvero altri tre colossi dell’esport USA - non si sa molto, dato che comunque possedevano diversi fondi depositati in SVB. Forse ne sapremo di più nei prossimi giorni. Le tre org potrebbero effettivamente essere state colpite più duro delle altre. Una società, invece, fortemente colpita dal crollo sembra esser stata la piattaforma di coaching Metafy la quale è tuttora in attesa di capire il proprio futuro, giocoforza legato a doppio filo alle misure che il governo statunitense e quello della California adotteranno per evitare l’evaporazione di miliardi di Dollari. L'azienda di coaching con base a Los Angeles ha raccolto finora 34,4 milioni di dollari in tre round di finanziamento che hanno coinvolto diverse personalità dello streaming e del gaming e, ovviamente, la banca la quale ha giocato evidentemente un ruolo decisivo.

Torna indietro
Social