Impossibile, in questi giorni, non aver letto o visto qualcosa in merito al crack finanziario più importante degli ultimi anni, il quale si va ad aggiungere ai tristemente noti casi Enron e Lehman Brothers che inaugurarono l'era dei fallimenti della speculazione digitale. Stiamo parlando della deflagrazione della cosiddetta “banca delle Start Up” come in molti l’hanno definita impropriamente: la Silicon Valley Bank (la quale peraltro aveva abbondantemente esplorato il tema esport).
Tutt’altro che un istituto di secondo piano dedicato alle piccole imprese, quindi. La Silicon Valley Bank (che abbreviamo per semplicità in SVB) ha rappresentato da sempre uno dei principali ancoraggi finanziari per una delle zone a più alto tasso tecnologico del pianeta, in cui hanno sede una incalcolabile quantità di colossi (le cosiddette Big Tech) e certo, anche una costellazione di piccole imprese perennemente indebitate che cercano, attraverso sovvenzioni e prestiti, di rimanere a galla sperando di sfondare con il loro visionario progetto.
Ebbene, non c’è da stupirsi che tra queste imprese, piccole o grandi che siano, compaiano anche software house, publisher e altri attori dell’industria dell’entertainment digitale. A quanto pare, al momento, i danni al settore gaming paiono ridotti o quantomeno contenuti. Laddove il termine “contenuto” deve essere comunque tarato sull’ordine (abbastanza importante, in effetti) di qualche milione di Dollari.