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A scuola di esport: in
Giappone è una (meravigliosa) realtà
Behind Esport / #esports #scuola

Già da qualche tempo si sente parlare di esport associato al mondo della scuola. Visto il boom che ha vissuto il settore in questi anni - ancora non del tutto regolato da interventi legislativi adeguati (e non solo in Italia) - non stupisce che molti istituti scolastici superiori e diverse istituzioni universitarie si siano mosse per ampliare la propria offerta formativa in modo da includere il gaming competitivo.

Borse di studio, corsi appositi oppure semplici iniziative extra-scolastiche (al pari di circoli e squadre sportive): tutto ciò che l’universo scolastico sta mettendo in campo lo sta sicuramente facendo per poter supportare gli interessi, le passioni e le esigenze delle nuove generazioni, ma non solo. La scuola, da sempre, punta a formare gli adulti del domani, facendo in modo che siano pronti alle professioni che verranno.

Tra gli istituti che si stanno muovendo in questo senso, in particolare, ce n’è uno a Shibuya (guarda caso il quartiere più dinamico e vivace di Tokyo) che si chiama addirittura E-Sports High School. Finora nessun istituto scolastico ha mai inserito “esport” nel proprio nome. E già questa è una novità.

Come sapete, il percorso scolastico in Giappone è molto particolare: la cosiddetta "high school” copre un triennio, immediatamente antecedente rispetto all'approdo all’università degli studenti. Questo triennio non è obbligatorio e, quindi, non è così strano che tale tipologia di istituti offra particolari corsi di specializzazione. Certo che l’esport è qualcosa di davvero peculiare, anche per il Giappone. Eppure…

Una scuola per appassionarli tutti

l’Istituto che ha aperto da poco più di un anno nel centro del quartiere di Shibuya è, in sostanza, una scuola privata costruita e inaugurata con il decisivo contributo di NTT e-Sports, la sezione gaming del colosso giapponese delle telecomunicazioni NTT.

Lungi, però, dal pensare che sia una scuola dove si insegna solo a videogiocare. Al contrario. Le skill che vengono acquisite dagli studenti possono, infatti, essere di certo applicate nella carriera esportiva (sia essa davanti o dietro a uno schermo) ma anche nella vita professionale extra competitiva. Ad esempio ci sono rudimenti per lo sviluppo di videogiochi, per la programmazione, designer e così via. Oltre alle lezioni di gaming ed esport, il percorso formativo prevede inoltre l’insegnamento delle materie a cui tutti siamo abituati, per fornire agli studenti ogni strumento utile al loro futuro.

Un modo per conquistare gli hikikomori

Hikikomori è un termine giapponese sempre più diffuso anche in Italia. Sono diversi i giovani, soprattutto dopo la pandemia, che hanno iniziato a soffrirne. Il termine significa "stare in disparte" e viene utilizzato per indicare chi decide di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi, alle volte anni.

L’hikikomori ovviamente fa parte del più ampio fenomeno dell’abbandono scolastico, piaga che in Giappone si fa sentire (anche per i metodi educativi e per l’estrema pressione sociale).

Stando alle dichiarazioni rilasciate al NY Times da Akira Saito, preside di questa scuola del tutto particolare, “la filosofia dell’istituto è quella di suscitare l’interesse degli alunni per poi mostrare loro che è davvero divertente venire a scuola ed è davvero utile per il loro futuro”.

Chissà se un giorno anche in Italia potremo godere di corsi - o percorsi formativi - dedicati al gaming. Per il momento, accontentiamoci di una regolamentazione adeguata e al passo coi tempi.

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